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Codec Ramblings - Eugenetica culturale
scritto da Snake Man il 12 Ottobre 2013

Il caso Snowden non ha solo dato a Kojima la soddisfazione di poter dire "Io l'avevo detto", ha anche reso nuovamente attuale un elemento di MGS2 che oggi sembra in qualche misura profetico. Vorrei dunque agganciarmi all'articolo del mio egregio collega e prendere in analisi la logica dietro il piano di controllo dell'informazione dei La-li-lu-le-lo.


Molti saranno d'accordo nel dire che gli antagonisti migliori sono quelli con motivazioni e ideali tali che una parte di noi, anche se non vorrebbe, è d'accordo con loro, quelli che ci fanno pensare anche solo per un momento che tutti i torti non li hanno. La lunga conversazione Codec prima del duello con Solidus in cui Raiden e la sua intera percezione della realtà vengono messi in dubbio potrebbe rendere i La-li-lu-le-lo antagonisi di questo tipo.

 

La crescita culturale, dicono le IA, avviene in modo non dissimile dall'evoluzione genetica: una società seleziona gli elementi storici, artistici, ideologici degni di essere tramandati, seleziona gli scopi per cui lavorare, e passa il tutto alla generazione successiva, scartando invece i dati inutili, che in questo modo spariscono e non hanno più parte in gioco. Ma, con l'avvento e la diffusione di internet, "dati spazzatura" di qualunque tipo rimangono invece intatti, preservati, accessibili: bufale, mezze-verità di comodo, relativismi morali contraddittori. Ne viene quindi ricompensata la natura umana di barricarsi in una "verità" relativa ed isolata, la debolezza di concetti sempre più finti di "sè", l'influenzabilità in una situazione in cui il confine fra realtà e finzione è sempre più labile, ostacolando così l'evoluzione umana. E lì intervengono loro: controllare la rete, selezionare cos'è importante e cosa no, e condizionare il pensiero e il comportamento umano. Un'operazione che potremmo definire di eugenetica culturale.

 


Una frase, un gigantesco dito medio a tutti quelli per cui un videogioco non può essere profondo.

 

E ora arriva la domanda: e se proprio tutti i torti non ce li avessero, se non nella soluzione quantomeno nell'analisi? Trovo che quella frase, "Ti mancano le qualifiche per esercitare la libertà", sia la chiave di volta del ragionamento: anche la libertà può essere abusata, e anche l'idea di uguaglianza può diventare un ostacolo se viene interpretata, per citare Asimov, come "la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza". Basta notare quante dittature sono nate democraticamente per capire che, forse, non è sbagliato pensare che servano delle "qualifiche" per esercitare la libertà.

 

Chi di noi ha un profilo Facebook avrà senza dubbio notato bufale che vengono diffuse e ri-diffuse periodicamente nelle stesse forme, informazioni false messe sullo stesso piano e con lo stesso seguito di informazioni vere, confronti e dialoghi che lasciano i partecipanti con le stesse posizioni di partenza... e per l'amor del Cielo non addentriamoci nei commenti YouTube. È nell'ordine delle cose che si producano i junk data descritti dal finto Campbell, che si producano notizie false da scremare, che idee diverse si confrontino e bilancino, e così via; internet, tuttavia, garantendo un'accessibilità costante e una comunità per qualunque idea, provoca la permanenza indefinita di informazioni che altrimenti lo sviluppo socio-culturale avrebbe "lavato via" o quantomeno mutato.

 


Era falso anni fa, sarà falso anche quando ricomparirà l'anno prossimo. E sarà sempre "ora".

 

Gli esseri umani, dicono i La-li-lu-le-lo, sono facilmente condizionabili, hanno una visione del tutto auto-costruita della verità e del sé e fuggono dall'accettare le proprie responsabilità. Di fronte a queste accuse, Raiden (e per suo tramite la fascia demografica di cui è incarnazione) non riesce a controbattere. Se fra uno o due secoli i dettagli del matrimonio di Totti o i mugugni di un qualsiasi appassionato di videogiochi (*coff*) saranno preservati sullo stesso piano della musica dei Genesis o dei dibattiti sull'eutanasia, possiamo aspettarci che per un'umanità di questo tipo si formi una zavorra che ne rallenti in qualche modo il miglioramento, o è solo un timore ingiustificato delle IA?

 

Proviamo a calarci nel mondo di Sons of liberty. Poniamo per ipotesi che sia possibile per un gruppo più o meno ristretto stabilire in modo più o meno sicuro quali siano i prodotti culturali (nel senso più ampio possibile del termine) effettivamente necessari allo sviluppo della società, o meglio, quali siano quelli che lo impediscono o rallentano; e poniamo che sia possibile creare un sistema virtualmente infallibile che impedisca la loro trasmissione a lungo termine. In questo caso, la certezza o quasi di un miglioramento etico-culturale può giustificare un processo di eugenetica culturale, o il libero arbitrio individuale è comunque più importante?

 

Forse la lezione di Snake a Raiden nel finale del gioco fornisce già un indizio per la risposta, quantomeno dal punto di vista di Kojima-sensei. Ma il problema posto è comunque un interessante spunto di riflessione per ogni individuo, anche in un mondo in cui, NSA o no, i La-li-lu-le-lo non esistono. Anche se non capisco perché ultimamente non riesco a scrivere la parola "La-li-lu-le-lo"...



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