Mentre era a Parigi, il maestro Hideo Kojima ha concesso diverse interviste, nel corso delle quali ha discusso parecchi temi inerenti Metal Gear Solid V: Ground Zeroes. Tra di essi, troviamo anche l'ibrido tra caratteristiche occidentali ed orientali che contraddistingue il prodotto, e che viene simboleggiato anche da un personaggio: il comandante Kazuhira Miller.

Kojima ha esordito nell'intervista parlando dei toni più cupi del gioco rispetto ai precedenti: la cosa è ovviamente dovuta al tema principale, quello della vendetta, che ha portato ad una maggiore serietà, sopratutto in Ground Zeroes. In ogni caso, in The Phantom Pain rivedremmo un po' di caratteristiche umoristiche che hanno reso famoso questo franchise.

Subito dopo, il developer ha parlato di quanto sia evidente che nei suoi prodotti si ritrovino caratteri sia occidentali che nipponici. La sua generazione, in paricolare, è cresciuta innanzi alla cultura occidentale, con media che venivano tradotti ed importati. La caratteristica migliore del Giappone è, a suo dire, il fatto che i prodotti vengono sviluppati con un occhio di riguardo speciale per il pubblico, affinché lo soddisfino. Lui stesso, quando realizza un gioco, si domanda "cosa potrei inserire per il giocatore, in maniera totale che lui/lei sia il più soddisfatto possibile dal mio lavoro?"
 

All'altro lato della medaglia, Kojima apprezza i rapporti più aperti che caratterizzano gli occidentali, che tendono a fare amicizia più facilmente, anche quando provengono da contesti e background differenti. In quest'ottica, egli ha quindi deciso di aprire lo studio Kojima Productions LA affinché si occupasse dello sviluppo dell'online di The Phantom Pain. Il loro obiettivo è quello di "lavorare secondo la loro cultura: una cultura di partiti, scambio e comunicazione."

Tutto questo, secondo Kojima, viene riassunto da uno dei protagonisti di Metal Gear Solid V, Kazuhir Miller, che infatti è per metà statunitense e per metà giapponese.

Che pensate di queste dichiarazioni? Parlatene con noi!