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Il racconto di Yoji Shinkawa che dipinge ed espone la sua creatività
scritto da Grey Fox 92 il 24 Aprile 2013


Dave Cook del sito VG24/7 ha oggi riportato l'esperienza del suo incontro con Yoji Shinkawa, avuto a Londra in occasione del tour promozionale di Metal Gear Rising: Revengeance. Vi traduciamo il racconto del giornalista sulla visione di Shinkawa-san rapito dal dipingere, oltre ad un'interessante chiacchierata con l'artista.

Cook racconta che Shinkawa è stato seduto per circa 10 minuti a fissare una tela vuota, attorniato da barattoli di pittura e pennelli, con i giornalisti in attesa. Shinkawa era come in trance, presumibilmente visualizzando la sua opera prima di realizzarla. Nella stanza regnava un silenzio rispettoso, interrotto solo dall'occasionale suono dell'otturatore della macchina fotografica di Hideo Kojima, che non ha resistito nel girare per la stanza eccitato e scattando foto.

All'improvviso Shinkawa si è avvicinato ai pennelli, ma se n'è nuovamente allontanato dopo qualche secondo, non sentendosi pronto per dipingere. Allora si è aperta una finestra per i giornalisti, che hanno potuto parlare con l'artista prima che fosse davvero pronto.



Yoji Shinkawa, che è nato a Hiroshima nel Natale del 1971, ha raccontato che il suo amore per l'arte è nato in giovane età. Prima che i videogiochi divenissero una carriera per cui avere prospettive, Shinkawa immaginava se stesso come creatore di manga o come pittore. Successivamente si rese però conto che non era un circuito semplice in cui entrare. “Comunque,” ha aggiunto, “per diventare un artista di manga è richiesto un tipo di abilità abbastanza diversa dall'abilità necessaria per dipingere, quindi in un certo senso mi sono dovuto arrendere. Però mi sono sempre piaciuti i videogiochi, e quando ero giovane tutti i personaggi dei giochi erano semplici, come i personaggi dei manga. Quindi per l'industria videoludica ho cercato di creare personaggi ed ambienti più grandi, più realistici, più duri, e così decisi di fare domanda d'assunzione a Konami.”

L'incontro con Kojima

Prima che Shinkawa potesse entrare nello studio, ha dovuto sottoporsi ad un test d'ingresso in due parti: prima ha dovuto inviare materiale artistico proveniente dai suoi giorni da studente, poi ha dovuto fare un colloquio con Kojima. Non ci fu molta pressione, fu rapidamente assunto dopo aver parlato di un'idea simile a quella dell'originale Metal Gear.

"Quando entrai nella compagnia e dopo il periodo d'addestramento, feci alcuni colloqui nei quali mi fu chiesto per quale dipartimento volevo lavorare. Il primo colloquio era per uno sparatutto arcade che usava mostri modellati. Ero bravo nel fare modelli, quindi credevo di poter essere interessato. Il secondo colloquio però era di nuovo con Mr. Kojima, che mi raccontò di iniziare Metal Gear, e gli dissi che ero molto interessanto. Quindi quello è stato l'inizio del nostro lavoro insieme. Se non fosse accaduto ora potrei star facendo qualcosa di molto diverso.”



Il duo ha poi continuato per anni a creare personaggi memorabili, amatissimi dai fan. Ma come ci sono riusciti? Quali sono le regole d'oro per creare simili personaggi?

"Quello che faccio non è proprio esattamente come creare un artwork. Credo che il mio lavoro principale sia creare personaggi del gioco, quindi credo che la cosa più importante sia pensare come i personaggi si muovono e reagiscono di fronte l'utente. Disegno un sacco di sketch e normalmente seleziono i migliori, o a volte succede che disegno qualcosa che mi piace al primo tentativo. Normalmente creo personaggi gradualmente.”

"Ci sono due schemi: in uno di questi penso alla funzionalità del personaggio dall'inizio e la incorporo nel design, oppure do dei feedback ai game designer e pensiamo insieme alle funzioni che mancano, quindi le incorporo nel design.”

I design iniziali di Shinkawa sono così intensi da riuscire a trasmettere le meccaniche ed i tratti di un personaggio anche ad uno stadio precoce dello sviluppo. Quando parla con Kojima di come i personaggi si muoveranno sullo schermo, i due si rimbalzano a vicenda sketch ed idee di gameplay, fin quando non è deciso un design finale.



Lasciare il segno

Sin dalla nascita della serie di Metal Gear, Shinkawa ha sempre avuto un ruolo estremamente importante nel design dei personaggi, sempre con uno stile distintivo. Nonostante i giochi di Kojima siano frutto di finzione, Shinkawa sente la sua responsabilità come artista di convincere i giocatori che quel mondo e quei personaggi siano reali.

Un personaggio che di certo ha avuto impatto sui giocatori è stato Raiden, sia per le critiche che per i plausi ricevuti. Shinkawa ha così riflettuto sul personaggio:

"Quando Raiden fu introdotto in MGS2, il Giappone amò il nuovo personaggio, perché si abbinava allo stereotipo dell'eroe dei manga. Fuori dal Giappone fu però capito che non era ben accetto e forse aveva un'immagine debole. Per MGS4 ho deciso di creare Raiden come un personaggio eroico ma più oscuro. Nel primo MGS c'era un personaggio chiamato Cyborg Ninja ed è uno dei miei preferiti, quindi stavo già pensando a come usare alcuni elementi di quel personaggio nella nuova versione di Raiden.”

The Phantom Pain

Dave Cook ha chiesto a Shinkawa qual è stato l'impatto dell'avanzare della tecnologia con MGSV sul suo lavoro, data la relazione simbiotica tra la sua arte ed i concetti di gameplay di Kojima. Con la visione di nuove forme di azione su schermo, diventa più difficile riempire la tela?

"Con l'avanzare della tecnologia la realtà che possiamo mostrare diventa più precisa. Quando illustro la domanda che mi pongo è sempre 'cos'è la realtà'? Questa è la fondazione di ogni opera d'arte che creo.”



Shinkawa sente spesso che i produttori di giochi sottovalutino la cura di dettagli quando si avvicinano al design e alla caratterizzazione. L'artista dice che Kojima è l'altro estremo, nel senso che la sua ossessione sui dettagli cresce ad ogni uscita: “Guarda ogni singola increspatura di ogni personaggio. Guarda i dettagli, ma la prima fase inizia con i miei sketch, poi si modella, poi si considerano le azioni del personaggio prima che diventi un'opera finita.”

Cook ha poi chiesto a Shinkawa se ha un'opera o un progetto preferito, per quanto la risposta possa essere ardua, alché l'artista ha risposto:

"Vorrei rispondere il primo MGS, visto che era la prima volta che usavamo poligoni e quindi c'erano molte sfide. Allo stesso tempo trovammo che la gente ne fu molto soddisfatta.”

"Non credo ci aspettassimo qualcosa. Siccome allora non c'erano molti giochi stealth dove si usavano pistole, sapevamo di star facendo qualcosa che ritenevamo buono. Pensammo 'ok, se c'è anche una sola persona che capisce la nostra passione allora va bene così'. Non pensavamo che la serie andasse così lontano.”

"Stando in Giappone, è difficile sentire che siamo apprezzati da molte persone, ma quando vengo all'estero ad un party di lancio incontro moltissimi fan appassionati, ed amano stringermi la mano. Questo mi rende molto felice. Sono veramente lieto.”

Finita la chiacchierata con i giornalisti, Shinkawa è tornato al suo dipinto. Dopo circa due ore, il risultato finale è stato questo:



Mentre i giornalisti si avvicinavano alla tela estasiati e gli scattavano foto, Shinkawa, con le mani ricoperte di pittura, sedeva rilassandosi su una sedia, come se nulla fosse accaduto.

Ringraziando ancora Dave Cook di VG24/7 per il racconto che abbiamo tradotto, vi invitiamo a commentarlo nel nostro forum!

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